martedì 23 dicembre 2014

In attesa














Una luce che traballa
come una palpebra assonnata,
il mormorio riservato
dei termosifoni,
la mia ombra
un poco sdoppiata,
sono questi
i migliori amici del Silenzio.
Solo loro sono rimasti
al Dipartimento di Fisica
stasera.
Lo so,
ci sono anch'io,
scusate,
ma giuro che non disturbo.
Lo so,
lo conosco
il vostro amico Silenzio,
scappa come un daino
al minimo rumore.
Sono un intruso,
una mosca,
dipinta per caso
in questa Natura morta.

Ahhhhhhhhhhhhh
colpa mia colpa mia colpa mia,
il telefono squilla, urla come una suocera.
Parlo rispondo cammino.
Mi fermo mi muovo riparto.
Il rumore delle risate,
o forse degli strappi
nella tela.
Lo so,
scusate...
ma che ci posso fare
se il mondo è pieno?
Di gente,
soprattutto!
Beh io devo andare,
l'ombra viene con me...
anche questo
non l'ho deciso io,
scusate!
Tranquilli,
il Dipartimento chiude alle 9,
ed ognuno
si godrà la sua festa...




mercoledì 17 dicembre 2014

Uomini d'acciaio
















Me ne stavo appoggiato
al finestrino di un treno
che
stanco
fischiava di dolore;
il respiro appannava e spannava il vetro
come la risacca del mare;
già mi cullavo, bambino,
dondolando su e giù
e poppando sogni dal futuro,
quando
entrando dalla porta
il vento si portò con se
qualcosa del Mondo.
Avevo già parlato con quell'uomo,
così ci stringemmo la mano
col rispetto
di vecchi soldati.
In vero però le ferite le aveva lui:
metalmeccanico,
operaio con unghia nere e scarponi pesanti.
Rigidi anni
passati a piegare la resistenza
del superbo acciaio
l'avevan reso un solido incudine:
mani come nodosa quercia,
spalle come travi
ed occhi come ruvidi sassi.
Forse per stanchezza,
ma davanti ad uno studente
abbracciato alla cartella
abbassò il pesante scudo
per mostrar le cicatrici:
sgobbava tutto il giorno per mantenere la sua compagna
malata di vino e sigarette;
quando l'aveva conosciuta però non era così;
"ma ora ha perso la testa"
"vuole le sigarette, solo le sigarette"
"è una donna meravigliosa ma quando ha il bicchiere in mano.."
"mi ci incazzo ma lei non vuol capire"
"così si rovina e basta..."
Non lo interruppi mai,
non voleva consigli da un ragazzino,
voleva solo parlare con se stesso
senza sembrare matto.
Mi salutò,
una volta accompagnato a casa,
sbattendo forte lo sportello della macchina,
forse per vendetta
contro l'ennesimo
pezzo
d'acciaio.
Si sarebbe fatto a piedi quella strada
anche col diluvio,
in fondo
quando affronti la tempesta
non ti accorgi se fuori piove.



lunedì 15 dicembre 2014

Giorni di silenzio















Per spiegarlo davvero
me ne dovrei star zitto
e sarebbe saggio lasciar la parola
allo scricchiolio dei mobili in legno,
la notte.
C'è davvero un gran silenzio,
anche se in fondo,
ripensandoci,
non esiste
nessun
piccolo silenzio.
Eh si, 1x0 fa 0,
quanto 100x0 o 1000,
questo si impara con un sorriso di sorpresa,
da bambini.
Grande, perchè grande è il deserto,
grande è una valle,
grande è una montagna.
E va bene allora me ne sto nel
piccolo silenzio di camera
a riposo dal rumore,
o dall'umanità che dir si voglia,
come un ombrello che si asciuga,
per terra.
Neppur la mia testa ha voglia di parlar,
emozioni umide
come legna bagnata che non brucia.
Va bene così,
un pianoforte in silenzio
suona uno spartito vuoto
e non c'è male.
Torneranno i vulcani a ruggire,
le acque a bollire,
gli applausi e la pioggia a scrosciare,
ma fino a quel giorno
lascerò chiuso il circo
e il clown
potrà togliersi la maschera
per asciugarsi le lacrime.


domenica 7 dicembre 2014

Terremoti














Talvolta capita per caso,
come stasera.
Bastano le note di una maledetta canzone,
le verità di un poeta,
lo sguardo triste di una mamma
per bucare un palloncino già gonfio d'acqua.
Ti pare d'esser solo,
come un gufo nel bosco;
una formica
tormentata da un bambino insolente.
Magari appoggiato ad un tiepido termosifone,
piangi,
strizzando un umido straccio d'anima.
E fai tenerezza anche alle nuvole
e alle tremolanti ombre delle tende.
Poi ti ricordi cosa è l'odio
e cammini furioso più di Achille,
stringendo i pugni per lottare.
E quando è esplosa l'ultima bomba
e il fumo e la rabbia si dipanano un po',
non ci sono api
sopra i fiori,
non ci sono fiori
sopra il prato,
non c'è erba
sul terreno.
Ricadi senza rumore
assieme alle piume di un cuscino strappato.


domenica 2 novembre 2014

Affogare nel pomeriggio


















Alzarsi dal letto alle 7 di sera
e pretendere di aver vissuto questa giornata:
solo questo sto facendo.
Mi sentivo incollato al materasso...
..no, come negare che fossi io
ad aggrapparmi ad esso:
finalmente al sicuro
come in cima ad un solido albero.
In questo dormi-veglia pomeridiano
vedevo macchie di luce trasparente
galleggiare come ninfee nel buio stagno;
Camminavo sopra quelle esili piante
affogando ad ogni passo
in quel torbido lago.
Volti noti in mondi ignoti,
o semplicemente sogni;
immagini di vita sottili,
come carta velina;
appiccicose ragnatele
negli angoli abbandonati della mente.
Solo talvolta riemergi
e in quel momento sai di essere vivo
in un letto, in casa, in città;
in quel momento sai che il mondo ha contorni definiti,
che un metro ha 100 centimetri,
che un minuto non durerà mai pi u di un minuto.
Lo sai,
ma è il respiro di un delfino
che salta per immergersi ancora,
nelle profondità delle coperte:
là dove la luce diventa fioca
come questa giornata.

domenica 26 ottobre 2014

Eroi senza punti

















Non c' è niente di bello in tutto questo,
se l'arte è mossa dal disagio
c' è del triste in ogni quadro;
chiamare Poesia la disperazione,
in fondo è un'originale consolazione.
Piegarsi sulle ginocchia
e ritrovarsi sulla casella VIA di questo dannato Gioco!
Rido di me
come da piccolo ridevo di una formica
che scappa
inutilmente
su un tondo pallone.
Mi sono ubriacato di gente, feste e alcool
per raccontare qualcosa a quelli che ti chiedono sempre:
"Che mi racconti??"
Eppure oggi come un anno fa
mi ritrovo a spolverare dalla Storia
tracce di eroi
che il Gioco hanno rifiutato.
Abbandonate le carte, scoperte sul tavolo,
si sono alzati come aquiloni senza filo
mentre tutti,
sentendosi ancor più furbi,
li deridevano incrementando il loro mazzo
di preziosi punti.
Si sono presi le loro donne,
la loro speranza,
la loro vita.
Ho letto di anarchici morti
alla prima bomba,
di cantanti assassinati
alla seconda canzone,
di poeti agonizzanti
al terzo giro di rum.
Ed io,
sono ancora intorno al tavolo
ma mentre mescolo le lucide carte sto pensando a voi,
eroi senza punti,
figli della stessa rabbia.

venerdì 19 settembre 2014

Sorriso da ebete


















Solchi lasciati dalle lacrime,
mi fermo a ricordare
nella valle del cuore.
Spesso mi nascondo in bagno
accovacciato tra le pieghe del tempo,
immobile come il silenzio.
E forse non son capace
d'esser sereno.
Sento un cane randagio
che mi morde le budella.
Eppur sorrido davanti agli occhi suoi.
Zoppico nel parlare:
vorrei regalarti un cristallo
ma non mi reggo in piedi
e mi si spacca tra le mani.
Mille vetri conficcati ovunque
eppur sorrido davanti agli occhi suoi.
Combatto le mie battaglie
armato di stuzzicadenti
e piango i miei soldati
prima di andare a letto.
Forse è inutile
eppur sorrido davanti agli occhi suoi.

domenica 14 settembre 2014

Serata tra parentesi



Edith Piaf - non je ne regrette rien
















Ho visto un film francese
ed ho avuto
voglia di vino rosso in bottiglie impolverate;
voglia di un abbraccio di luce calda;
voglia di parole pensate piano;
voglia di ombre lunghe alla luce di candele;
voglia di affidarmi alle braccia di un divano consumato;
voglia di tener basso lo sguardo lungo vecchi marciapiedi;
voglia di una carezza da questa verde macchina da scrivere;
voglia di appoggiarmi alla tristezza del bancone di un bar.
Staccarmi come un bottone dalla giacca
questo vorrei
ma talvolta ho paura
come l'ultima goccia aggrappata al rubinetto!
Dobbiamo partecipare tutti al gioco di società della Società
non posso neanche andare a pisciare?
Ho vinto mani senza punti,
ma questo a me bastava.
Ho indossato camicie bianche,
ho lasciato l'anima al guardaroba
e sono andato a ballare.
Ho preso gomitate correndo dove andavano tutti
e ho lasciato il mio sangue in battaglie che non dovevo combattere!
(Ecco vorrei vivere qui, tra due parentesi)
o in quel film francese.
Farò compagnia a bicchieri semivuoti
agli angoli delle feste
e questa è una battaglia giusta.

venerdì 29 agosto 2014

Vermi in giacca e cravatta
















Chiacchierare con un barbone mi ricorda
che possediamo ben poco oltre una manciata di vita
e che la terra è fatta per sedersi.
In fondo
abbiamo inventato le panchine per non sporcarci il culo
e per prendere le distanze dai vermi!
Un uomo nudo mi ricorda un verme più
dei vermi stessi,
quindi non prendiamoci in giro!
Spesso finisco a discutere di vecchi treni vicini
o di giovani figli lontani.
Spesso provano a rifilarti un po' di marijuana,
più simile a lattuga in vero.
Spesso ti rivolgono parola in cerca di spiccioli
ed hanno mani aride come sassi.
Ma accettano la birra se gliela offri,
abituati agli sconosciuti
e si siedono per terra sull'asfalto polveroso senza paura.
Ed io li seguo,
con l'imbarazzo di chi entra in casa d'altri,
mi siedo
e mi ricordo che la terra è calda
e che i vermi lo sanno.

sabato 23 agosto 2014

Solo, alla stazione















Mi commosse quella sera,
un vecchio
con una borsa rotta in mano
e una giacca di un triste velluto.
A fatica camminava
aggrappandosi al muro e alla sua vita;
mi colse di sorpresa all'uscita della stazione:
"scusi, per caso lei va a Pescia, in centro?"
"No, oggi non ho la macchina" mentii rispondendo.
"Non importa, facevo un tentativo, grazie".
Mi ci volle qualche passo a capire,
a capire l'umanità di quelle parole
vere
come le rughe di un anziano.
Presi la macchina, tornai indietro, tardi:
vidi il signore montare a fatica in un'altra macchina;
aveva i talloni sbucciati dalle scarpe
quasi che il diavolo gli mordesse le caviglie!
Riaccesi e ripartii verso casa
chiedendo scusa al nostro povero mondo.
E così stasera
mi sono sentito parte dell'Uomo,
senza il bisogno di un nome ma con un'anima,
quando gli ho offerto un passaggio
dopo averlo rincontrato;
aveva un paio di scarpe pi u comode,
mi ha detto
e ha detto molte altre cose, sconnesse, a casaccio!
Vecchio pazzo
m'ha fatto arrivare in culo al mondo (altro che in centro a Pescia),
ma va bene così !
Guidavo per quelle viuzze
con un vecchio pezzetto di vita accanto,
lo portavo come si porta una candela,
piano.
Una fiammella di umanità
portata al riparo dal vento.

giovedì 21 agosto 2014

La ragazza dai capelli rossicci



















Prende il treno delle 9:12 talvolta,
borsa marrone a tracolla,
giacchetta,
studentessa universitaria.
Ha il volto timido e pensieroso,
occhi dubbiosi,
forse a causa degli occhiali;
le labbra sottili come lenzuola estive;
ed io
sono sempre curioso di guardarla
perchè non mi ricordo mai il suo viso;
così mi appoggio ad una colonna e sbircio la sua espressione:
ed è come ricordarsi di una cosa bella,
bella come una pittura fresca,
fresca come l'acqua del fiume.
Oggi in treno si è seduta davanti a me,
ed è stato bello il viaggio aspettando l'attimo in cui ci avrei parlato:
quel tipo di attimo che arriva sempre tra 5 minuti
e poi ancora 5,
ancora 5,
5...
E in fondo è bello anche starsene qui
ad aspettare il giorno in cui ci parlerai,
quei tipi di giorni che arrivano tra 1 settimana,
e poi ancora 1,
ancora 1,
1...

sabato 16 agosto 2014

Tempesta fuori e dentro la finestra

















La pioggia batte la terra
come un tamburo
ed io ascolto l'orchestra di tuoni
che stasera si esibisce.
Il weekend mi ha innervosito,
un giro di pista fallito
ma la corsa continua.
Scoraggiato dall'orario penso a domani
e a tutte le parole che mi dovrò inventare per campare,
diciamo,
discretamente;
penso a due occhi verdi e lucidi
di una ragazza ancora troppo lontana;
penso ai problemi di fisica da sbrogliare;
penso alla sveglia
e alla sua cinica voglia di suonare!
Apro un po' la finestra
per non respirare quest'aria
stanca
di pensieri e puzzo di piedi;
e mi godo una gozzata di questo vino,
rubato ieri sera alla festa.
Passare da un'umida cantina all'elegante movida Viareggina:
forse hai più tu da raccontare di me, Signor rosso!
L'ultimo sorso, è arrivata mamma..
e bum
buio,
è saltata la luce al cupo suono del tuono,
come un bambino che spenge le candeline
e il paese si fa oscuro.
Mentre il temporale urla come e dove vuole,
io combatto in silenzio e bevo
per ignorare quel che penso,
per non sentire la fatica,
per sperare che la serata non finisca mai
o finisca subito!

Pagina bianca


















La solita vecchia sfida,
la solita paura:
dal foglio protocollo dell'esame
alla tela bianca del pittore.
Difficile è iniziare
ma soprattutto continuare dopo aver iniziato:
dare fiducia a quel primo bozzetto e soffi are,
piano,
aspettando che la fiamma cresca.
A volte è come scalare un blocco di marmo
liscio;
e puoi stare ore col naso all'insù
ad aspettare una corda o un appiglio.
Chissà come si sentiva Michelangelo davanti ad un blocco bianco,
forse un somaro come tutti noi.
Ma diventa più facile
se smetti di pensare alla pace nel mondo;
devi trovare il libro fuori posto
o il quadro storto
nella tua testa.
Credo che basti un pinzo di zanzara a riempire mille pagine di poesia.